Ho ascoltato per la prima volta Salvatore Senese nel 1981, quando ero uno studente del terzo anno di Giurisprudenza. Ascoltai la sua relazione al 5° Congresso nazionale di Magistratura democratica che si tenne a Bari-Giovinazzo nei giorni 6, 7 e 8 novembre 1981.
Ho recuperato il testo di quella relazione (è pubblicata con il titolo: in Crisi politico-istituzionale e indipendenza della magistratura, in Questione giustizia, 1982, 415 ss.) ed è allegata a questo post.
Può sembrare inattuale, perché cita avvenimenti lontani nel tempo. Certamente misura la distanza tra lo spessore di quel Magistrato e alcuni epigoni della…evoluzione della specie.
Ma è attualissima se solo si voglia leggere la carica valoriale che esprimeva. Tanti gli spunti di interesse. Ne cito solo alcuni:
- l’agire (anche come associazione di magistrati) muovendo dal riconoscimento della persona come valore “storico-naturale”;
- la lotta alla svolta autoritaria della società;
- la chiara distinzione tra “politicizzazione della magistratura” (da combattere in ogni modo) e la “valenza politica delle scelte giudiziarie” (della quale occorre essere consapevoli);
- l’impegno per la difesa della democrazia;
- la lotta al terrorismo e alla mafia (avendo ben chiaro la rilevanza sociale prima ancora che giuridica di quei fenomeni);
- la riforma della giustizia e la difesa dell’indipendenza della magistratura, in una fase (già allora) di crisi istituzionale;
- il significato più giusto da attribuire al concetto di “supplenza”;
- i pericoli che possono annidarsi nel concetto di efficienza (ben consapevoli che nell’inefficienza prospera l’arbitrio).
Nelle ultime righe Salvatore Senese citava l’espressione “tensione civile”.
Dovremmo tutti ritrovare la tensione civile nell’agire quotidiano.
Tra le tante cose, egli ci ha insegnato che la tensione civile è l’unico antidoto alla degenerazione che stiamo vivendo.
Salvatore Senese era nato a Tarsia (un piccolo comune in provincia di Cosenza) il 3 aprile 1935 ed è scomparso il 16 giugno 2019.