La solitudine degli avvocati

DiGiovanni Pascuzzi

12 Luglio 2019

Secondo una ricerca condotta una trentina di anni fa negli Stati Uniti, la professione di avvocato è quella che registra il rischio più alto di innescare sindromi depressive.

Lo scorso anno la rivista dell’American Bar Association ha pubblicato un articolo che si focalizza sulla solitudine dell’avvocato etichettandolo come problema di salute pubblica.

 

Fattori che minano il benessere degli avvocati:

  • lunghe ore trascorse a lavorare in solitudine;
  • percepire i colleghi come dei competitors;
  • impossibilità di avere il controllo del tempo;
  • mancanza dell’opportunità di condividere idee con altri avvocati;
  • un “ambiente di lavoro assassino”;
  • scarsa disponibilità degli avvocati più esperti a fare da mentori degli avvocati più giovani;
  • il dovere di salvaguardare “i segreti del cliente verso tutti e per sempre”, attività che sono sfidanti sul piano intellettuale ed emotivo;
  • intenso carico di lavoro;
  • incapacità di integrare il lavoro con la vita;
  • poca collaborazione con i colleghi;
  • la tendenza ad essere naturalmente indipendenti;
  • la scarsa tendenza a chiedere aiuto, specie nella comunità dei giuristi.

 

Segnali del malessere degli avvocati:

  • incapacità di concentrarsi sul compito;
  • mancanza di comunicazione con i clienti;
  • ignorare la scadenza dei termini;
  • rabbia;
  • irritabilità;
  • pensieri negativi;
  • mancanza di speranza;
  • tristezza;
  • incapacità di provare gioia per le attività che normalmente danno gratificazione.

 

Soluzioni per alleviare il senso di solitudine:

  • ammettere l’esistenza del problema;
  • prendersi cura di se stessi perché solo così è possibile aiutare gli altri;
  • “estendersi” (non essere timidi; impegnarsi proattivamente con le persone e nelle attività);
  • comprendere che non si è soli;
  • connettersi con le persone e farsi coinvolgere dall’attività di gruppo (frequentare corsi di formazione continua e conferenze; partecipare alle attività dell’ordine professionale);
  • impegnarsi in attività che consentono di interrompere la routine quotidiana;
  • variare il lavoro;
  • nello studio professionale: prestare attenzione alla costruzione delle relazioni (costruire il “team” come antidoto all’isolamento e alla solitudine); coltivare progetti per lo studio; seguire i giovani avvocati; fornire feedback sempre costruttivi e non critici.

 

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